lunedì, febbraio 06, 2006

Corriere della Sera - Sciopero della fame a Cuba: «Internet libera»

Uno dei 15 Paesi dove la censura online è più massiccia
Sciopero della fame a Cuba: «Internet libera»
Il dissidente Guillermo Fariñas sfida Fidel Castro. È direttore di una piccola agenzia di stampa che si chiama Cubanacan press
STRUMENTI
Guillermo Fariñas (da Internet)
Se «googlizzate» il suo nome, se qualcuno a Milano
o in Nuova Zelanda fa una ricerca su Internet, Guillermo Fariñas compare almeno 65 mila volte. Lui però non può farlo, non può usare la Rete. E’ un dissidente cubano, direttore di una piccola e per qualcuno sospetta agenzia di stampa che si chiama Cubanacan press. E il 31 gennaio ha iniziato uno sciopero della fame e della sete con una lettera aperta a Fidel Castro, in cui chiede una connessione a Internet. Non gratis, a pagamento. Non è facile «navigare» da Cuba, uno dei 15 Paesi dove la censura online è più massiccia.
In Cina oscurano i siti sgraditi, all’Avana per avere la connessione ci vuole l’autorizzazione. Pochi eletti la ottengono. E’ il digital divide , versione cuba libre. Per queste restrizioni le autorità accusano l’embargo degli Stati Uniti. In certi villaggi poverissimi dell’India ci sono Internet point a costo zero. Possibile che non ce ne sia uno (a pagamento) a Santa Clara, dove lavorano i reporter di Fariñas? C’è. E fino allo scorso 23 gennaio, tra molte difficoltà, lo potevano usare anche loro. Da quel giorno però, le autorità hanno di fatto bloccato gli indirizzi email usati da Cubabacan. Se «googlizzate» Guillermo Fariñas, 42 anni, psicologo, dalle foto vedrete che non è messo molto bene. Magrissimo, gli occhi fuori dalle orbite.
Se non volete scomodare Gandhi (Fariñas sa anche menar le mani, una volta ha attaccato un ex prigioniero politico accusato di essere una spia del regime), pensate alla caricatura di un Pannella caraibico che i difensori del sistema cubano etichetteranno come il solito spot ingrato e ribaldo della Cuba rebelde, una messinscena imperialista. Farinas avrà certo contatti con i fuoriusciti cubani in Florida, quei gusanos che brigano per la caduta di Fidel e che avranno letto il Miami Herald del 22 gennaio con la storia di Fariñas in prima pagina. Il giorno dopo gli hanno tagliato le email. Ci sono gli americani a fargli pubblicità, a che serve l’Internet Point concesso ai cubani che se lo meritano?
Per protesta, Guillermo ha deciso di fare quello che, modestamente, gli riesce piuttosto bene. Sciopero della fame e della sete. Ne ha già fatti una decina, o forse venti. Nove giorni al massimo. I numeri non dicono granché. A parlare è il suo fisico, la sedia a rotelle a cui è stato costretto da una polineurite. Normalmente sciopera in cella. E’ stato condannato a 5 anni nel 2002 per aver letto in pubblico il «progetto Varela», proposta di democratizzazione pacifica di Cuba. Nel 2003 ha ottenuto una licenza extra-penale (può tornare in galera in ogni momento) per le sue condizioni di salute. E ora torna a scioperare in nome della libertà di Internet, l’optional (per noi) irrinunciabile di «stare collegati».
Michele Farina
04 febbraio 2006

Corriere della Sera - Sciopero della fame a Cuba: «Internet libera»