domenica, agosto 31, 2008

Scandalo FARC-RIFONDAZIONE COMUNISTA:

El diputado de Rifondazione Comunista, MantovanI, estaba en correspondencia con "el amigo" Raul Reyes, y todo el partido y "el gubierno" (PRODI) estaba al tanto.

Cuando el entrevistador pidio porque RC financiaba la organisacion terrorista, ya que las FARC estaban en la lista terrorista desde el 2002, el piticubano respondio que era por motivos humanitarios, para facilitar la liberacion de los rehenes...

AH AH AH!

El raporto entre FARC y RF es escandaloso, leanse aqui:

Dossier del governo colombiano sui rapporti Prc-Farc. Trovate mail e documenti
nei pc di Raul Reyes, il numero due della guerriglia ucciso il primo marzo

"Così Rifondazione aiutò
i rapitori della Betancourt"

Emergono appoggi espliciti, raccolta di fondi e scambio di informazioni
Un rappresentante in Europa dell'organizzazione ricoverato in Svizzera a spese del partito
di OMERO CIAI


"Così Rifondazione aiutò i rapitori della Betancourt"

Ingrid Betancourt rapita dalle Farc nel 2002 e liberata lo scorso 2 luglio

Un Dossier del governo colombiano accusa Rifondazione comunista di aver avuto una relazione con le Farc che va oltre i semplici "contatti politici". Sulla base delle mail e dei documenti rinvenuti nei computer di Raul Reyes, il numero due della guerriglia ucciso il primo marzo, emergono appoggi espliciti, raccolta di fondi, scambio di informazioni e la vicenda di un rappresentante in Europa delle Farc che si ricovera in clinica in Svizzera a spese del partito.

In una email datata 4 dicembre 2004 Marco Consolo, allora incaricato dell'America Latina presso la sezione esteri del partito, scrive a Raul Reyes sulla nomina di Ingrid Betancourt "cittadina onoraria di Roma". Consolo che si firma come "Il suo amico dall'altra parte dell'Oceano" scrive: "Caso Ingrid. Come tu sai è diventata una questione fortemente internazionale. Nonostante il fatto positivo che significa per mantenere aperto lo spazio del negoziato (immagino che sia questa la tua valutazione) c'è il rischio concreto che diventi un boomerang...".

In seguito informa il vice capo delle Farc delle iniziative che Rifondazione sta proponendo al Comune di Roma a favore delle trattative tra governo colombiano e le Farc ma conclude "Devo dirti però che il sindaco (Veltroni, ndr.) è una stella del firmamento e, nonostante nel governo locale ci stiamo anche noi, fa olimpicamente tutto per conto suo senza neppure avvisarci...". Poi Consolo invia i saluti di Mantovani (allora capo della sezione esteri); invita un rappresentante delle Farc al Congresso del partito che però dovrà partecipare "bajo otro sombrero", ossia in incognito; ed accenna ad un caso personale del leader Farc, forse si tratta dei figli di Reyes, e consiglia la Spagna piuttosto che l'Italia come luogo dove possano essere ospitati.

Dal 2002 le Farc sono finite nella "lista nera" dell'Onu e dell'Unione europea e sono state dichiarate "organizzazione terrorista" sia per il sequestro dei civili - dopo la Betancourt, liberata da un blitz, nelle loro carceri ci sono ancora 700 ostaggi - , sia per il coinvolgimento nel traffico della cocaina e relazioni così fraterne non sono solo politicamente inadatte ma anche vietate e clandestine. Non è un caso che da un certo momento in poi, secondo il governo colombiano, i responsabili di Rifondazione cominciano ad usare dei nickname (Max e il Poeta) nelle loro comunicazioni con le Farc.

Insieme a Reyes il contatto di Rifondazione con le Farc è il loro rappresentante in Europa Lucas Gualdron. Grazie a Rifondazione che paga tutto (medicine comprese), Gualdron si ricovera in una clinica in Svizzera per qualche tempo. Poi scrive a Reyes e gli racconta tutto scrivendo che quelli di Rifondazione "hanno voluto tutte le ricevute". Ma il rapporto con Gualdron è molto fluido: si parla di politica, di iniziative comuni, di contributi, di altri membri delle Farc da aiutare in Italia. Ad un certo punto Gualdron informa di denaro raccolto per le Farc da Rifondazione e lo invia (una volta mille, un'altra volta 400 euro).

In un'altra email Reyes definisce "Ramon" un loro "appoggio speciale" in Europa e di Consolo scrive: "Con Marco Consolo abbiamo una relazione politica da molti anni e loro di Rifondazione ci forniscono un importante sostegno in Italia". In un altro messaggio Gualdron si dispera con Reyes perché ha saputo che Consolo sta per essere spostato ad altro incarico e teme di perdere "un contatto importante", ma poi si calma quando Consolo si reca a visitarlo in Svizzera e gli presenta il suo successore, (Fabio Damato, scrive Gualdron, ma si tratta di Fabio Amato) assicurandogli che tutto seguirà come prima.

Nella stessa riunione si parla del nuovo governo Prodi - siamo nel giugno 2006 - e Gualdron, nell'email a Reyes, cita Gennaro Migliore, nuovo capo del gruppo parlamentare di Rifondazione alla Camera, come "molto amico nostro" e gli ricorda che lo conosce perché si sono incontrati. Di D'Alema, ministro degli Esteri, Gualdron dice che Rifondazione propone: "di fronte al noto ego di D'Alema di scrivere una lettera direttamente a lui". E aggiunge che i suoi interlocutori adesso sperano di essere più efficaci nell'aiuto alle Farc perché c'è un vantaggio: "Rifondazione è indispensabile per formare il governo".

In tutto si tratta di due centinaia di documenti dai quali, secondo il governo colombiano, emerge un sostegno che va al di là delle "relazioni politiche" con un gruppo considerato "terrorista da Ue e Onu" e che teneva in ostaggio Ingrid Betancourt, circostanza della quale i funzionari di Rifondazione sembrano preoccuparsi solo perché può diventare "un boomerang". È come se lo spartiacque del 2002 non ci fosse. Fallite le trattative di pace quando il nuovo governo colombiano proibisce qualsiasi contatto con le Farc perché è ricominciata la guerra, Rifondazione fa finta di niente e prosegue segretamente i rapporti tanto che Consolo scrive a Reyes che spera di andarlo ad incontrare con una delegazione nella quale ci saranno "compagni più importanti di me". Rintracciato da Repubblica, l'ex responsabile della sezione esteri di Rifondazione, Ramon Montavani, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

(31 agosto 2008)

Yoani dice que LA GENTE ESTA EMPUJANDO EL “MURO”



YOANI SANCHEZ : EL GRUPO DE GORKI DICE EN PUBLICO LO QUE EL INDIVIDUO PIENSA EN PRIVADO, PORQUE LA GENTE ESTA EMPUJANDO EL “MURO”

28 de Agosto de 2008


Yoani Sánchez bloguera cubana, atrás “Gorki”.
Yoani Sánchez bloguera cubana, atrás “Gorki”.

El arresto del rockero cubano Gorki Águila Carrasco ha motivado una ola de solidaridad a su favor y contra el abuso de las autoridades cubanas. Periódicos como “El País” de España, “Milenio” de México y “Liberación” de París, denuncian su arresto, al igual de más de doscientos artistas y escritores alrededor del mundo piden la libertad del músico.

Nuestro colega Rolando Cartaya, entrevistó a la bloguera cubana, Premio Ortega y Gasset, Yoani Sánchez, quien afirma que la realidad en torno a Cuba ha cambiado y que el gobierno no disfruta de la impunidad del pasado.

Audio. (Windows Media Player — 2,344 kb — 9:45 Min.)

sabato, agosto 30, 2008

El Cafe Cubano: La polic�a cubana golpea a Yoani S�nchez

El Cafe Cubano: La polic�a cubana golpea a Yoani S�nchez

Obama y el populismo latinonamericano

LA POLÍTICA DEL RESENTIMIENTO

Obama y el populismo latinonamericano

Por José Brechner

Barack Obama y Evo Morales en sendas apariciones públicas ante sus seguidores
¿Qué tienen en común Barack Obama y los populistas latinoamericanos promotores del Socialismo del Siglo XXI? Prácticamente todo. A quien más se parece el estadounidense es a Evo Morales, el presidente boliviano. La diferencia es que Obama lee con fluidez y cursó estudios universitarios. El mayor parecido es que ambos aspiran a "cambiar" la historia. En realidad, lo único que Obama sabe hacer es leer.

Su retórica elocuente cuando está detrás de un podio se debe a que está leyendo discursos hechos por expertos. Si la gente cree que es un gran orador, esto se debe a la magia del teleprompter, un aparato electrónico que muestra el discurso, cargado previamente en una computadora, en un cristal transparente situado en la parte frontal de una cámara o en los costados del estrado y que desde el ángulo de la audiencia se ve solamente como si fuesen pequeños paneles de vidrio o acrílico. El texto es invisible para quienes están situados frente al orador. En algunos casos se controla a través de un pedal en los pies del presentador, que este pisa para hacer avanzar el escrito. Si deja de pisarlo se detiene, de modo que el sujeto puede leer con comodidad y a su ritmo, haciendo que la alocución se note natural y pausada. También puede ser manejado por un operador.

Obama es un hábil manipulador del teleprompter; sin él está perdido. Por eso, al inicio de la campaña electoral no aceptó la propuesta de su opositor republicano de presentarse conjuntamente en debates regionales, ya que cada vez que abre la boca sin un guión enfrente dice alguna estupidez de la que después tiene que desdecirse. Hasta el momento no ha habido un solo tema sobre el cual no haya cambiado de opinión, y no fue por propia voluntad que lo hizo, sino porque se vio obligado por el partido para no salirse demasiado de la corriente moderada de pensamiento del votante norteamericano.

Su última gansada fue decir que Estados Unidos solucionaría su problema de dependencia energética del exterior si sus compatriotas inflasen las ruedas de sus automóviles y afinasen el motor de sus vehículos. Más allá de la imbecilidad del comentario, que le hizo perder el apoyo de incontables simpatizantes, haciendo que en este momento las encuestas muestren un virtual empate entre ambos candidatos a la presidencia, la acotación esconde un objetivo más siniestro. Permitir la perforación de nuevos pozos petroleros y lograr la autosuficiencia de combustible debilitaría a los árabes y a Chávez, que verían bajar el precio del crudo. Obama no desea que eso suceda porque es más musulmán que estadounidense, y más socialista que capitalista. El demócrata es un facilitador de los islamitas, los no blancos y los populistas. Sus discursos, antes de que se los escribieran, eran semejantes a los de Chávez, la Kirchner o Morales.

Más similitudes con Evo Morales: Los dos tienen complejos y resentimientos contra los blancos que se revelan en sus actitudes arrogantes y displicentes. Pertenecen al ala más izquierdista del espectro político. Hablan de "cambiar" el mundo, quitando a los ricos y dando a los pobres, la fórmula socialista tradicional de empobrecimiento colectivo. Ambos sacan a relucir su raza cuando no tienen argumentos para contrarrestar a la oposición. Morales no se cansa de decir que "quieren derrocar al indio", y Obama arguyó que dirán que tiene un nombre extraño, o que no se parece a los individuos que figuran en el dólar. Además, buscan simpatizar con los líderes de las naciones y agrupaciones más sombrías del orbe; desean elevar los impuestos y promueven una mayor intervención estatal en los negocios de las personas; consideran que el mundo está formado por opresores y oprimidos. En el caso de Obama, sus propuestas irracionales fueron vetadas en el Senado. Morales optó por el sindicalismo y el vandalismo callejeros.

Barack Obama posando con su director espiritual, el polémica reverendo WrightSus amistades son de cuestionable reputación. Obama frecuenta a su pastor, a musulmanes radicales, a delincuentes financieros, a raperos gángsteres y otros de igual talante que afloran cada semana. Morales es el jefe de los productores de coca, hermanados con los narcotraficantes, y es socio y peón del delincuencial Chávez, desfalcador del erario venezolano, financiero de la guerrilla, el secuestro y el terrorismo en América Latina.

En fin, que Morales y Obama se creen designados por gracia divina para salvar al mundo, y ahí es donde hay que tener mayor cuidado con ellos, porque los que tienen ínfulas mesiánicas no ven límites a sus delirios de grandeza. Ninguno dimensiona la realidad con cabalidad. Obama dijo que si Estados Unidos venció a la Unión Soviética, que era una potencia, no tiene nada que temer de Irán u otros países pequeños. El senador obviamente no sabe diferenciar entre la Guerra Fría, que no cobró candor, y una guerra ardiente contra fanáticos religiosos. Además, Estados Unidos no derrotó a la URSS. Más bien la Unión Soviética se derrotó a sí misma con su incongruente comunismo. Por su lado, Morales, Chávez, Kirchner y los otros socialistas están convencidos de que, unidos, serán una "potencia mundial". Las pretensiones, demagogia e ignorancia de Obama y de los populistas latinoamericanos son las mismas.


José Brechner es periodista y ex diputado boliviano.

© AIPE

domenica, agosto 03, 2008

La hipocrita doble moral de Aleida Guevara - cubaencuentro

Preguntan a Aleida Guevara: «¿Permitirá Cuba que un paraguayo hable en la Universidad de La Habana y defienda el capitalismo?»

Redacción CE , Madrid | 01/08/2008

Aleida Guevara predica en Asunción, pero no en Cuba

"Una de las hijas del guerrillero Ernesto Che Guevara habló ante estudiantes de la Universidad Católica de Asunción, donde defendió el comunismo, criticó a las empresas transnacionales y denostó contra el egoísmo. Era su derecho. Estaba usufructuando lo que disfrutamos los paraguayos, la libertad de expresión".

"Surge la pregunta de si la hija de un líder demócrata paraguayo o los mismos estudiantes que la escucharon con deleite podrían ir a hablar ante los estudiantes de la Universidad de La Habana para defender el capitalismo, criticar a las empresas públicas, denostar contra el parasitismo o criticar la falta de derechos humanos. En el Paraguay de hoy se pueden propagar las más diversas ideas sin ser condenado por subversivo o por contrarrevolucionario. En Cuba, definitivamente no".

"Si los paraguayos queremos abandonar el país disconformes con lo que pasa e ir a vivir en otro lado, nadie nos impediría hacerlo. Los cubanos ni siquiera tienen esta libertad, y deben salir de su país a escondidas, desafiar el mar en embarcaciones precarias, a riesgo de perder la vida en el intento. Aleida Guevara, por lo visto, no pudo notar esta diferencia. Los estudiantes universitarios de la isla deben tener el derecho de escuchar opiniones contrarias a las que vienen recibiendo desde su infancia".

"Según Aleida Guevara, los cinco millones de niños de su país, a quienes llamó 'revolucionarios', defienden el régimen castrista. Es probable que así sea, pues el afrentoso adoctrinamiento se inicia ya en el primer grado (…) El fascismo tuvo su Opera Nazionale Balilla, un organismo primero partidario y luego estatal que reunía a los varones desde los seis hasta los dieciocho años, en tanto que el nazismo tuvo su Juventud Hitleriana, en el que se ingresaba a los diez años. No hay diferencias entre los dos inhumanos métodos. La movilización política de los niños es común a los sistemas totalitarios".

"Es obvio que los niños italianos y alemanes de los años treinta habrán 'amado' a sus respectivos dictadores como los cubanos de hoy 'aman' al suyo —según la visitante—, porque no tuvieron la libertad de compararlos con otros líderes o elegir otros sistemas. Si a los niños se suman los adultos, resulta que (…) diez de los once millones de cubanos apoyarían al gobierno de los hermanos Castro. Ese masivo respaldo, del cual hay serios motivos para dudar, implicaría que el gobierno es bueno. El argumento falla porque, aun cuando sea cierta tal afirmación, la bondad de un régimen no depende de su popularidad, sino de que en él se respeten los derechos y las libertades de las personas. Si lo decisivo fuera la adhesión popular, habría que inferir que el fascismo y el nazismo fueron encomiables, pues parece que tuvieron el amplio apoyo de los italianos y de los alemanes, respectivamente".

"La disertante sostuvo también que 'cada uno no vale nada; los procesos son del pueblo y no de un solo hombre'. La primera proposición es alarmante, aunque no sorprendente: nadie ignora que el individuo nada vale en un sistema totalitario y que, por tanto, puede ser eliminado si es menester. Ya lo dijo el padre de la doctora Aleida en 1964, ante la Asamblea General de la ONU: 'hemos fusilado; fusilamos y seguiremos fusilando, mientras sea necesario'. Este desprecio de la vida humana sugiere otra afinidad entre el comunismo, por un lado, y el fascismo y el nazismo, por otro…".

Editorial de ABC Color, Paraguay
1 de agosto de 2008

Cuba será un fuerte rival para Cancún en el turismo

"De abrirse Cuba al mundo, en términos turísticos, la isla sacudiría a la industria de viajes, ya que podría convertirse en uno de los principales destinos de sol y playa de los estadounidenses, no sólo por su 'novedad' y belleza, sino por sus accesibles precios, considera un trabajo de Rafael Romeu, investigador del Fondo Monetario Internacional (FMI). El más afectado en el mediano y largo plazos, afirma el documento, sería Cancún, el destino que aporta cerca de 38% del Producto Interno Bruto (PIB) turístico en México, pues dejaría de recibir 614 mil visitantes al año".

"…Sin embargo, Gastón Isoldi Managing, director de La Cumbre, uno de los eventos turísticos más importantes en la industria en Latinoamérica, explicó que si bien el factor 'moda' propiciará más flujos turísticos a Cuba, éste no será a tal grado que cimbre a los demás destinos del Caribe. Estimó que 'mover 600 mil pasajeros estadounidenses, como señala el documento, resulta exagerado', pero calculó entre 300 mil y 400 mil pasajeros que durante los tres primeros años podrían cambiar su destino".

"En tanto, Arturo Scaip, director de la Oficina de Convenciones y Visitantes (OVC) de Cancún, consideró que el mercado en EE UU es enorme, tanto que dos terceras partes de los estadounidenses no conocen México, y 42% que visitan Cancún, regresan. Cancún y la Riviera Maya son sitios bien posicionados, dijo".

El Universal, México
1 de agosto de 2008