Forte e deciso l''intervento su Killcastro contro la politica USA verso Cuba.
Con la tecnica del PUNTO PER PUNTO Kill disseziona gli ultimi provvedimenti e li inquadra sotto la luce dell'esilio, vale a dire dei dispossessati, degli emigranti forzati, dei "presi a calci in culo alla partenza e (un po' anche) all'arrivo".
Io non posso fare altro che aderire a queste posizioni, anche se ho una notazione da fare in difesa dell'amministrazione USA: la politica immigratoria verso Cuba e' la piu' favorevole in assoluto, basti citare ad esempio i 20,000 visa riservati ai cubani, a fronte dei 50,000 riservati a tutti gli altri del mondo, messicani inclusi.
In secondo luogo l'accenno ai medici e' letteralemte un atto di guerra: e' come se i russi facessero una legge per accogliere gli scienziati americani.
E in terzo luogo credo che davvero una nazione non si possa permettere di incoraggiare tramite leggi un esodo massiccio, non solo per opportunita' politica, ma anche per considerazioni pratiche di sicurezza e in fondo dignita' umana.
La posizione americana, (e lo dico da non-cubano, comprendendo la posizione cubana dell'esilio) mi sembra percio' abbastanza gia' sbilanciata da non richiedere ulteriori passi, anche se la politica dell'altro e' di perversa ostilita' e calpesta i diritti umani.
Detto cio', se io fossi un Cubano negli USA, non riuscirei a fare di meglio di Kill per lottare per la gente mia...
Da leggere.
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