Qualcosa sta accadendo,
ma questa e' la parte facile.
La parte difficile e': cosa sta accadendo, chi sta manovrando, verso dove?
Questo articolo che segue conferma in parte il quadro disegnato da CB e da NA, ovvero che ci sono offerte; conferma anche quanto avvertito da BB, e cioe' che ci sono condizioni, apparentemente pesanti; contemporaneamente "riappare" una vecchia registrazione, capace di crucifiggere definitivamente Raul, il che completa il quadro, delineando una offerta "che non si puo' rifiutare", una rivelazione "light", che ne minaccia altre ben piu' "pesanti", e piu' rivolte verso "i suoi" che verso "l'esterior" (Ochoa non era una traditore, l'abbiamo fucilato inutilemente).
Risultato: Raul deve capitolare, al massimo puo' trattare una uscita onorevole, magari potrebbe ancora tenere il potere e uscire di scena con un liberatorio "referendum" come suggerisce NA; l'alternativa e' lo sputtanamento totale, l'annientamento nell'infamia, la distruzione della rivoluziona ANCHE nelle coscienze mondiali.
Il bersaglio grosso: l'annientamento del comunismo
Forse questa dovrebbe essere (ed e') il bersaglio gordo: l'annientamente dell'idea stessa fidelista, distruggendo non solo la realta cubana, ma la stessa superstite "onorabilita'2 comunista, denunciandoli per quello che sono ; una banda di mafiosi bastardi che hanno ingannato milioni di perosne per anni, decenni, quasi mezzo secolo.
L'amminstrazione ha cominciato la partita finale coi castro muovendo un cavallo (il nastro) e un pedoncino (end embargo); dipende dalle prossime mosse castriste se diventera' una morsa o una manata vellutata.
Di certo, ormai tutti crediamo ai brasiliani, che se lo lasciarono sfuggire a suo tempo, a CB e a tutti coloro che lo danno per spacciato; ma non morto, questo ancora no; e' strano pero', non sentirne in questi giorni la voce e la direzione, non sostituita da nessuno.
Manovre al buio, patteggiamenti tra le parti, nessuno clama, tutti aspettano; evidentememtne non gliene danno per molto tempo, altrimenti si giocherebbe un'altra partita.
Compatta come sempre, la nomenclatura cubana caga filini di stronzatine, un chorro esiguo, neanche tanto maleodorante; tace Perro Roque, tace Lage, il negro sventoal bandierine ricevendo ambasciatori di seconda, ammutolisce progressivamente Alarcon, notte fonda sulle altre voci; parlano, anzi latrano i fiancheggiatori (Ortega, Chavez, gli squadristi della prensa roja) alabando il mito, che ormai l'Habana neanche si perita' piu' di dirigere e orientare, lasciandoli a loro stessi; neanche l'ultimo biografo fidelista si azzarda piu', pago solo di aver editato a tempo l'ultima ovazione spacciata per intervista; ci penseranno le vendite a ridargli la parola quando il lider non sara piu' maximo ma defunto.
L'inattesa prevedibilita' della morte
E pero' proprio questo silenzio di fidel, le sinistre inermi ultime avvisaglie (preparatevi al peggio), quel lasciarsi confortare dalla mano del caro amico gettano una luce sconcertante sulla situazione, che esperti conoscitori del lider davano per "super-prevista": e' questa la soluzione tanto prevista? sono questi gli arrangiamenti previsti per questa evenienza? qualche migliaio di riservisti disarmati nelle strade a contenere una inesistente reazione popolare o qualcosa e' successo di imprevisto? e cosa?
Davvero non riesco a crederlo.
Da quando Fidel "se quedo' silente" cuando un prelato gli chiese che cosa avessero preparato per questa eventualita'; da quando la comparsa del Mule-Chavez aveva ridato fiato alla vela rivoluzionaria; da quando Perro Roque, evidentemente autorizzato dalla bestia in persona ne aveva parlato, la preparazione di una successione "blindata" aveva angosciato i sonni di tutti gli oppositori: chavez delfino, una pattuglia di giovani talibani, nuove schiere di fidelissimi pronti a prendere le redini, incessanti e incessati nel pretendere piu' rivoluzione, piu' comunismo, maggior fidelismo.
E invece?
Una paralisi muta e codarda, un indegno oscurantismo da apparatnich, solo per guadagnare tempo, per capire se vivra' e per quanto tempo, e nell'intervallo calcolare la via di fuga.
Chi pensa, nelle alte sfere de l'Habana, che il popolo li perdonera' e li confermera' al potere?
chi si azzarda a infiammare "el pueblo" promettendo "lacrime e sangue" per difendere una rivoluzione che nella sua interezza giace in un letto, "humain, trop humain" per poter ormai piu' incutere quel timore (chiamiamolo pure terrore, per molti) che teneva tutto e tutti in giogo?
Il gioco e' alla fine, il bechettiano finale di partita si avvicina, i talibani di ieri cominciano a bruciare i documenti, a incartare le suppellettili, a preparar el vie di fuga.
Vecchio e nuovo esilio
Ecco dove interverra' l'amministrazione: nel fornire una copertura a questo futuro exilio, a dargli copertura in cambio della loro uscita di scena senza clamori e spargimento di sangue (nessun alliende, por favor), in cambio magari anche di una onorevole copertura delle malefatte (per ora), purche' se ne vadano presto e in silenzio.
Si prepara il cambio della guardia, quelli che erano gli esiliati, di ritorno, quelli che li hanno tenuti fuoir, in uscita, il tutto in un breve interregno del quale si sta contrattando l'estensione.
La Cuba castrista sta cadendo come un frutto maturo, quando mai i vermi hanno dinamitato una mela? Ormai podrida di dentro e di fuori, non puo' opporre piu' resistenza a chi vuole sotterrarla, e dal seme far nascere una nuova pianta, piu' sana e rigogliosa.
Cuba: US renews offer on Cuba embargo