Termine infame.
Non tanto per fare affari con il governo cubano, ma per aver accettato di applicare tecniche sofisticate di controllo sui propri sistemi, a fini di repressione.
E' una questione di etica;
certo, e' lo stesso che fanno gli usa, spiando i propri cittadini, o anche gli europei, sotto maggiori garanzie giuridiche, forse.
In poche parole, la scusa e' la sicurezza nazionale.
E la conseguenza e' un controllo usato a fini PERSECUTORII: in italia o USA non si usano le telecomunicazioni perindirizzare le brigate di risposta rapida, o gli odiosi atti e hostigamento, o arresti pretestuosi, o incarcerazioni: di fatto, in Cuba il sistema e' stato RIPROGETTATO per fare questo.
E penso ad alcuni compatrioti che ogni giorno vanno al lavoro ad accanirsi sui dissidenti, aguzzini magari di portonaccio, o di Prato, o di Ravenna, al matadero quotidiano, con pausa mensa.
E' dunque un UN-ETHICAL BUSINESS, e bene si fa a denunciare, anche se vanamente.
E sono orgogliosa che, come al solito, il Partito Radicale Transnazionale, il mio partito, ci stia in mezzo.
Grazie a Stefania per avermi svegliato l'attenzione su questo aspetto, veramente significativo.
L'Opinione delle Libertà
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