Chavez e Berlusconi, gli strani fratelli dei petro-bolivar “socialisti”
LIVORNO. Venezuela ed Italia hanno firmato diversi nuovi accordi di cooperazione su infrastrutture, salute ed educazione, ma l'incontro tra il caudillo "comunista" Hugo Chavez e il nostro ministro degli esteri Franco Frattini, accolto come un esponente di un Paese fratello del bolivarismo socialista, è servito anche a discutere della possibilità di ampliare la collaborazione energetica tra il nostro Paese e la Repubblica socialista bolivarista del Venezuela. Hugo Chavez ha detto ad un estasiato Frattini: «Questa seconda riunione del Consejo Binacional mi pare della massima importanza, questo rafforzamento delle relazioni tra Italia e Venezuela, questa road map di operazione sulla quale bisogna incidere per rafforzare ognuna delle sue colonne, i suoi ambiti e cercare nuovi orizzonti di cooperazione».
Chavez, dopo aver prospettato la possibilità di ampliare l'integrazione energetica italo-venezuelana, ha rivelato di aver ricevuto da Silvio Berlusconi una lettera nella quale «Segnala l'importanza di ricercare meccanismi innovativi di finanziamento e del tema energetico». L'anticomunismo e l'avversione per la sinistra si annacquano molto durante l'attraversata dell'Atlantico (o dell'Asia verso la Cina ...) e il nostro rigido ministro degli esteri non resiste al fascino dell'immaginifico caudillo venezuelano accusato dal centro-destra venezuelano di essere un duce rosso che conculca la libertà di stampa e politica ed usa il petrolio come arma elettorale: «Sono grato a lei presidente Chavez - ha detto il titolare della Farnesina - per aver voluto dare un impulso politico così importante alle relazioni tra due Paesi fratelli. La stima e il rispetto sono le basi sulle quali abbiamo firmato gli accordi che ci permetteranno di rafforzare una cooperazione importante economicamente e centrata su infrastrutture, energia, salute e cultura. L'Italia metterà a disposizione del Venezuela la tecnologia necessaria ed aiuterà a cercare nuove forme di finanziamento perché il grande programma che sta realizzando il presidente Chávez possa essere realizzato con l'appoggio delle imprese italiane».
Manca solo il sottofondo dell'internazionale e il grido di "Que viva Bolivar" e poi a Frattini potrebbe essere data una camicia rossa ad onore del Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv). La tessera del Psuv e magari un invito a partecipare alla prossima campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento di Caracas, invece Chavez la darebbe subito a Silvio Berlusconi. Chavez ha fatto una dichiarazione d'amore a Silvio Berlusconi ed al governo di centro-destra: «Invio un grande abbraccio a Berlusconi, al governo italiano e a tutto il popolo italiano che noi venezuelani amiamo», la cosa è stata stranamente censurata dalla Tv chavista Tele Sur che di solito riporta anche gli starnuti del presidente... forse anche loro si sono sentiti un po' imbarazzati
Poi, dopo aver raccontato una serie di improbabili aneddoti personali che vanno dalla cotta per un'italiana a Claudia Cardinale, il caudillo socialista venezuelano è arrivato addirittura a dire che la rivoluzione di Simon Bilivar è stata ispirata dal suo soggiorno a Roma quando «Quando giurò quel 15 agosto del 1805, ispirandosi alle rovine di Roma e alla rivoluzione che visse l'Europa in quel periodo». Che a Roma nel 1805 ci fosse un regno napoleonico, frutto dell'invasione dell'Italia e che aveva solo avuto il merito di cancellare uno stato teocratico, ma aveva spento le speranze della rivoluzione repubblicana francese e del movimento risorgimentale italiano, per Chavez sembra essere un dettaglio.
Frattini, con gli occhi lucidi, non si sa se per l'imbarazzo o per i buoni affari fatti col Venezuela "comunista" ed alleato di quell'Iran per il quale solo pochi giorni fa Berlusconi e lui stesso invocavano sanzioni e cordoni sanitari estesi agli Stati "collaborazionisti", ha detto a Chavez: «Berlusconi le manda un abbraccio grande, segno di amicizia, stima e profondo rispetto». La verità è che anche sul Mar dei Caraibi pecunia non olet, tantomeno i petro.bolivar del socialista Chavez, soprattutto quando si è entrambi molto amici ed ammiratori di uno come Vladimir Putin che mette il gas, il petrolio e la oligarchia davanti a tutto, a partire dalla libertà di stampa e dai diritti umani.
Chavez ha accolto Frattini con un bel regalo: ha sbloccato un miliardo e 200 milioni di dollari di pagamenti alle imprese italiane, poi i due hanno sottoscritto un'intesa per la formazione a la capacità tecnica di alcune comunità venezuelane e, come informa Tele Sur, stabilito un rapporto più stretto «tra il Ministerio de Obras Públicas y Vivienda de Venezuela (Mopvi) e il ministero dell'infrastrutture e trasporti dell'Italia per attuare gli obblighi preventivamente contratti da entrambi i governi nel settore. In più, è sta sottoscritto un protocollo d'intesa per la cooperazione in materia di salute internazionale nei settori oncologia, ematologia e trapianti di cellule staminali ematopoietiche, il che sarà di beneficio ai pazienti in età pediatrica carenti di entrate economiche». E' stato firmato anche un accordo tra l'Instituto hidrológico de Venezuela (Hidroven) e Ente acque della Sardegna (Enas) per promuovere lo sviluppo di indagini con ‘obiettivo di una migliore gestione delle risorse idriche. L'accordo italo-venezuelano prevede di rafforzare anche i rapporti tra le università dei due Paesi «Fondate sui principi di uguaglianza, reciprocità, solidarietà e sovranità, conformemente agli ordinamenti giuridici di ciascun Paese».
Se si riportasse la data di una ventina di anni, sembrerebbe di leggere uno di quei comunicati dei Paesi fratelli del Patto di Varsavia, se non fosse che qualche nostro vicino è riuscito a fare ancora di più con un Paese che i nostri alleati Usa considerano più o meno un inaffidabile e se non proprio "canaglia" certamente un pericoloso amico degli "Stati canaglia": Infatti, a Francia ieri ha firmato anche un accordo con il governo di centro-destra di Nicolas Sarkozy per una «Collaborazione bilaterale in materia di educazione ed operatività militare», ma qui più che all'amicizia di Berlusconi con i buoni uffici di Putin siamo alla concorrenza Francia-Russia per accaparrarsi il generoso cuore del presidente venezuelano e soprattutto il florido mercato delle armi che Caracas foraggia con il petrolio "socialista" nazionalizzato.