L’ipocrita domanda che riecheggia in rete in questi giorni non trova una sola risposta sincera, e questa risposta e’ che Lula e Battisti sono componenti della stessa fazione politica: il comunismo.
Per dire la verita’ Lula non aveva nessuna voglia di reggere il gioco a questo assassino, ma fu richiamato all’ordine “compagno” da qualcuno. La storia comincia nell’89...
Quando nell'89 gorbaciov si reco' a Cuba per annunciare la fine dei finanziamenti che avevano tenuto a galla il regime castrista per quasi 40 anni, Fidel non la prese troppo bene, e comincio' sin da allora a preoccuparsi seriamente.
Grazie alle sovvenzioni segrete (sottratte alle necessita’ del popolo cubano) con le quali sin dagli anni 60 avevano fomentato tutti i fuochi guerriglieri di America e Africa, e senza piu' la copertura politica dell'URSS, Castro chiamo' a raccolta tutti i suoi creditori, ufficialmente per studiare il nuovo assetto, in realta' per cercare un altro cane a cui succhiare il sangue pur di non aprire Cuba al mondo (Papa Woytila ci provo nell’86 ottenendo solo pernacchie)
Uno dei foraggiati da Castro era stato Lula da Silva, che aveva ricevuto finanziamente occulti (illegali, in Brasile) sin dagli anni della militanza sindacale, ed essendo ormai in dirittura di lancio per presidenziali del 92 che lo avrebbero visto vincitore, fu lui che si prese carico di convocare tutta la sinistra latinoamericana e organizzare i compagnucci di merende, convocando il primo Foro di San Paolo (Meeting of Left and Anti-imperialist Parties and Organizations of Latin America), al quale parteciparono tutte le organizzzazioni di sinistra, chiamate a raccolta dal dittatore cubano. (1990)
E quando dico tutte, intendo TUTTE, dal fonte Farabundo Marti del Salvador alle FARC colombiane, ai tupamaros, ai piquteros argentini, via via sino a comprendere piu di 100 organizzazioni legali e illegali.
Ora, nella logica della sinistra internazionale, tutti i metodi sono buoni per prendere il potere, ma soprattutti sono buoni STRATUTTI i metodi per conservarlo, ed uno degli elementi basilari per la strategia rossa e’ proprio lo stringere legami LEGALI e ILLEGALI con le organizzazioni, per essere da una parte inattaccabile dall’opinione pubblica, spalleggiandosi l’un l’altro nei vari organismi internazionali per evitare le condanne, e dall’altra ben sicuro di poterle ricattare accumulando complicita’ ideologiche (ricordo che lui e’ il sommo sacerdote del comunismo, verbo, interprete e unico oracolo della religione dell’odio da lui creata, il CASTRIANESIMO) e prebende.
Il foro di San Paolo (FSP), contrariamente a similari riunioni internazionali, riusci’ veramente a tessere una alleanza continentale, sino a raggiungere oggi nel 2010 un congruissimo numero di Nazioni governate da rappresentanti di quella alleanza: Brasile, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e molti altri (vedi wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/File:Sao_Paulo_Forum_Members.svg)
Ma quasi immediatamente il FSP entro’ in una ambigua semiclandestinita’ vista la impresentabilita’ di molti dei suoi componenti, e quella affrettata riunione di San Paolo e’ restata l’unica comparsa di alto livello, seguita da riunioni minori sino ai giorno nostri.
A parte le riunioni ufficiali, ben altra rilevanza assumono i frequenti viaggi che i vari mandatari al governo effettuano a Cuba, territorio nel quale si puo’ essere ragionevolmente desumere di essere al sicuro da orecchie indiscrete: Lula, Ortega, Chavez, Kirchner, Morales, Correa, tutti corrono a La Habana alla vigilia di qualche avvenimento cruciale (elezioni, colpi di stato, attacchi agli USA, votazioni internazionali, etc) senza trascurare gli affari sporchi, naturalmente, che, come attestano le rivelazioni giornalistiche, costituiscono la linfa vitale dei rapporti di Cuba con i suoi affiliati: la valigia di Antonini, i sovvenzionamenti di Cuba a Lula, i megadenari venezuelani a Bolivia, Nicaragua, Argentina, etc.
Il Brasile entra in scena nel 2004, quando la giustizia italiana rinnovo’ la richiesta di estradizione dalla Francia, che con la presidenza Sarkosy aveva buttato a mare la “dottrina Mitterand”, che aveva protetto per qualche decennio terroristi di mezzo mondo, costringendo Battisti alla fuga. Dove? in Brasile, dove Carla’ e i suoi accoliti gli avevano trovato rifugio, come riportano le cronache di palazzo.
(Per Carla', utilizzerei le parole dello scomparso presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che, rispondendo ad una sua battuta a “Che tempo che fa”, nella quale affermava di “essere felice di essere francese” , affermo’ “Noi invece siamo felici che lei non sia più italiana”.)
Sulla Battisti e Carla girano due leggende nere: la prima che vuole che Carla’ abbia convinto Lula a non far estradare Battisti e Sarko ad autorizzare una azione segreta dei servizi francesi, che avrebbero organizzato e garantito la fuga. La seconda che in cambio della protezione a Battisti, Carla abbia spuntato un contratto favoloso per la vendita di armi francesi al Brasile (peraltro poi saltato)
Fatto sta che subito prima (marzo 2009) della decisione di non estradare Battisti (luglio 2009) Carla abbia accompagnato Sarko a Brasilia, dove e’ stata acclamata come una regina. Carla aveva gia’ “colpito” in Brasile intervenendo per evitare l’estradizione della Petrella, altra terrorista ricercata.
La palla passo’ dunque a Lula, che fedelle alla linea e ai suoi “compagnucci di merende” rossi, avrebbe dovuto annunciare la non-estradizione gia’ da qualche tempo, se non altro per risparmiare al povero terrorista la brutale esperienza del carcere brasiliano.
Ma due incresciosi fatti hanno ritardato fino all’ultimo la decisione, troppo scottante per lasciarla alla sua “delfina” Roussef (un’altra “guerrigliera marxista non pentita, e dunque compagnuccia di militanza di Battisti): il primo riguardo’ due pugili cubani, che approfittando di un campionato in Brasile, disertarono; Lula non si pose neanche lo scrupolo, i due gli erano stati richiesti direttamente da Castro, e i due poveretti vennero riconsegnati ai boia castristi. il caso fece talmente rumore
Il secondo quando, nell’imminenza di un viaggio di Berlusconi, si rimando’ l’annuncio, inutilmente, perche’ il viaggio fu cancellato (indiscrezioni riportano che Berlusca si rifiuto’ proprio per la posizione brasiliana su Batisti)
Ed e’ cosi’ che, arrivato in prossimita’ della data di abbandono del potere, Lula getta la maschera, e piuttosto che consegnare uno dei suoi, decide di pisciare in testa a Napolitano, Berlusconi e tutti noi italiani.
Stronzetta mossa, perche’ all’ultimo giorno.
Vigliacca mossa, perche’ dietro il riparo del Consiglio supremo.
Illegale mossa, perche’ un assassino e’ un assassino, anche se comunista.
Ma non e’ finita qui: altre pisciate in testa ci aspettano, La Roussef, ancora di piu’, si terra’ l’assassino.
Per dire la verita’ Lula non aveva nessuna voglia di reggere il gioco a questo assassino, ma fu richiamato all’ordine “compagno” da qualcuno. La storia comincia nell’89...
Quando nell'89 gorbaciov si reco' a Cuba per annunciare la fine dei finanziamenti che avevano tenuto a galla il regime castrista per quasi 40 anni, Fidel non la prese troppo bene, e comincio' sin da allora a preoccuparsi seriamente.
Grazie alle sovvenzioni segrete (sottratte alle necessita’ del popolo cubano) con le quali sin dagli anni 60 avevano fomentato tutti i fuochi guerriglieri di America e Africa, e senza piu' la copertura politica dell'URSS, Castro chiamo' a raccolta tutti i suoi creditori, ufficialmente per studiare il nuovo assetto, in realta' per cercare un altro cane a cui succhiare il sangue pur di non aprire Cuba al mondo (Papa Woytila ci provo nell’86 ottenendo solo pernacchie)
Uno dei foraggiati da Castro era stato Lula da Silva, che aveva ricevuto finanziamente occulti (illegali, in Brasile) sin dagli anni della militanza sindacale, ed essendo ormai in dirittura di lancio per presidenziali del 92 che lo avrebbero visto vincitore, fu lui che si prese carico di convocare tutta la sinistra latinoamericana e organizzare i compagnucci di merende, convocando il primo Foro di San Paolo (Meeting of Left and Anti-imperialist Parties and Organizations of Latin America), al quale parteciparono tutte le organizzzazioni di sinistra, chiamate a raccolta dal dittatore cubano. (1990)
E quando dico tutte, intendo TUTTE, dal fonte Farabundo Marti del Salvador alle FARC colombiane, ai tupamaros, ai piquteros argentini, via via sino a comprendere piu di 100 organizzazioni legali e illegali.
Ora, nella logica della sinistra internazionale, tutti i metodi sono buoni per prendere il potere, ma soprattutti sono buoni STRATUTTI i metodi per conservarlo, ed uno degli elementi basilari per la strategia rossa e’ proprio lo stringere legami LEGALI e ILLEGALI con le organizzazioni, per essere da una parte inattaccabile dall’opinione pubblica, spalleggiandosi l’un l’altro nei vari organismi internazionali per evitare le condanne, e dall’altra ben sicuro di poterle ricattare accumulando complicita’ ideologiche (ricordo che lui e’ il sommo sacerdote del comunismo, verbo, interprete e unico oracolo della religione dell’odio da lui creata, il CASTRIANESIMO) e prebende.
Il foro di San Paolo (FSP), contrariamente a similari riunioni internazionali, riusci’ veramente a tessere una alleanza continentale, sino a raggiungere oggi nel 2010 un congruissimo numero di Nazioni governate da rappresentanti di quella alleanza: Brasile, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e molti altri (vedi wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/File:Sao_Paulo_Forum_Members.svg)
Ma quasi immediatamente il FSP entro’ in una ambigua semiclandestinita’ vista la impresentabilita’ di molti dei suoi componenti, e quella affrettata riunione di San Paolo e’ restata l’unica comparsa di alto livello, seguita da riunioni minori sino ai giorno nostri.
A parte le riunioni ufficiali, ben altra rilevanza assumono i frequenti viaggi che i vari mandatari al governo effettuano a Cuba, territorio nel quale si puo’ essere ragionevolmente desumere di essere al sicuro da orecchie indiscrete: Lula, Ortega, Chavez, Kirchner, Morales, Correa, tutti corrono a La Habana alla vigilia di qualche avvenimento cruciale (elezioni, colpi di stato, attacchi agli USA, votazioni internazionali, etc) senza trascurare gli affari sporchi, naturalmente, che, come attestano le rivelazioni giornalistiche, costituiscono la linfa vitale dei rapporti di Cuba con i suoi affiliati: la valigia di Antonini, i sovvenzionamenti di Cuba a Lula, i megadenari venezuelani a Bolivia, Nicaragua, Argentina, etc.
Il Brasile entra in scena nel 2004, quando la giustizia italiana rinnovo’ la richiesta di estradizione dalla Francia, che con la presidenza Sarkosy aveva buttato a mare la “dottrina Mitterand”, che aveva protetto per qualche decennio terroristi di mezzo mondo, costringendo Battisti alla fuga. Dove? in Brasile, dove Carla’ e i suoi accoliti gli avevano trovato rifugio, come riportano le cronache di palazzo.
(Per Carla', utilizzerei le parole dello scomparso presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che, rispondendo ad una sua battuta a “Che tempo che fa”, nella quale affermava di “essere felice di essere francese” , affermo’ “Noi invece siamo felici che lei non sia più italiana”.)
Sulla Battisti e Carla girano due leggende nere: la prima che vuole che Carla’ abbia convinto Lula a non far estradare Battisti e Sarko ad autorizzare una azione segreta dei servizi francesi, che avrebbero organizzato e garantito la fuga. La seconda che in cambio della protezione a Battisti, Carla abbia spuntato un contratto favoloso per la vendita di armi francesi al Brasile (peraltro poi saltato)
Fatto sta che subito prima (marzo 2009) della decisione di non estradare Battisti (luglio 2009) Carla abbia accompagnato Sarko a Brasilia, dove e’ stata acclamata come una regina. Carla aveva gia’ “colpito” in Brasile intervenendo per evitare l’estradizione della Petrella, altra terrorista ricercata.
La palla passo’ dunque a Lula, che fedelle alla linea e ai suoi “compagnucci di merende” rossi, avrebbe dovuto annunciare la non-estradizione gia’ da qualche tempo, se non altro per risparmiare al povero terrorista la brutale esperienza del carcere brasiliano.
Ma due incresciosi fatti hanno ritardato fino all’ultimo la decisione, troppo scottante per lasciarla alla sua “delfina” Roussef (un’altra “guerrigliera marxista non pentita, e dunque compagnuccia di militanza di Battisti): il primo riguardo’ due pugili cubani, che approfittando di un campionato in Brasile, disertarono; Lula non si pose neanche lo scrupolo, i due gli erano stati richiesti direttamente da Castro, e i due poveretti vennero riconsegnati ai boia castristi. il caso fece talmente rumore
Il secondo quando, nell’imminenza di un viaggio di Berlusconi, si rimando’ l’annuncio, inutilmente, perche’ il viaggio fu cancellato (indiscrezioni riportano che Berlusca si rifiuto’ proprio per la posizione brasiliana su Batisti)
Ed e’ cosi’ che, arrivato in prossimita’ della data di abbandono del potere, Lula getta la maschera, e piuttosto che consegnare uno dei suoi, decide di pisciare in testa a Napolitano, Berlusconi e tutti noi italiani.
Stronzetta mossa, perche’ all’ultimo giorno.
Vigliacca mossa, perche’ dietro il riparo del Consiglio supremo.
Illegale mossa, perche’ un assassino e’ un assassino, anche se comunista.
Ma non e’ finita qui: altre pisciate in testa ci aspettano, La Roussef, ancora di piu’, si terra’ l’assassino.