giovedì, luglio 26, 2007

Raul apre al PROSSIMO PRESIDENTE USA: ramo di ulivo avvelenato

Asha scrive:
La faccia come il culo.
Come se l'accettazione di questo "ramo di ulivo avvelenato" non significasse l'accettazione della SUCCESSIONE AL TRONO cubano DEL FRATELLO DI UN DITTATORE; e per dipiu' accusato di essere un ASSASSINO (fucilazioni, Hermanos al rescate) dettagli che NESSUN oppositore al regime e' disposto a mettere da parte.

“Se la nuova amministrazione degli Stati Uniti metterà da parte l’arroganza e dialogherà in un modo civile, daremo loro il benvenuto.

Se non lo faranno, siamo preparati ad altri cinquant’anni di confronto”, ha detto Raul, tra bandiere cubane e sostenitori esultanti.

La questione normalmente dovrebbe essere "cosa e' meglio per il popolo cubano?".
Ma nel caso di Cuba non e' cosi' semplice, principalmente perche' il popolo cubano non ha modo di esprimersi liberamente, ne' per mezzo di elezioni, ne' permettendo alle voci dissidenti di aprire bocca.

Una ipotetica e alquanto improbabile "normalizzazione" della posizione di Cuba significherebbe certamente il termine dell'asfissia da embargo, ma il beneficiario non sarebbe il popolo cubano, per il quale continuerebbe l'embargo interno, ma il regime, che avrebbe modo di consolidare la propria posizione, godendo di un riconoscimento ufficiale.

Quanto sia probabile che una QUALSIASI nuova amministrazione accetti una cosa del genere e' tutto da vedere.

Sta di fatto che l'attuale amministrazione, che non e' in realta' la destinataria del messaggio, ha risposto immediatamente con un netto diniego, condito dall'ironico commento del portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack. “L’unico dialogo reale del quale lui ha bisogno, è quello con il popolo cubano”.

Una cosa e' chiara: l'offerta e' costruita in modo da essere sicuramente rigettata, per il semplice motivo che l'unica proposta che l'amministrazione BUSH DOVREBBE PRENDERE IN CONSIDERAZIONE sarebbe una offerta di apertura INTERNA, la quale pero significherebbe nient'altro che la fine dell'attuale regime, mentre una accettazione da parte americana, seppure "comoda all'amministrazione", vorrebbe dire buttare a mare quarant'anni di feroce inimicizia, e soprattutto senza nessun beneficio "democratico" verso il popolo cubano, una posizione moralmente inaccettabile per qualunque governo.

E allora, quale e' la strategia di fondo, e cosa implica questa mossa tattica di una falsa apertura?

Significa senz'altro che il regime non molla, anzi, si arrocca ancora di piu', sperando che la mossa apra la strada a piu' vaste simpatie verso il regime, e dunque permetta ancora di tirare avanti fino a che le riserve di greggio cubane non vengano dichiarate "sfruttabili", ovvero un lasso di tempo di tre-cinque anni.

Nel frattempo si sopravvive con i sotto e sopra banco di chavez, che continua a pompare denaro, soprattutto grazie alle percentuali sui mille "affari" che gli ha procurato l'Avana, un rinnovato interesse cinese, anche se molto discreto, e gli altri mille "inventos" che uno stato cubano chulo e prepotente riesce a "svoltare" quasi dia a dia.

Il cavallo DI TROIA-CHAVEZ, nel frattempo, ammaestrato, infiltrato e usato dai castristi, lavoro a tutti i livelli per demolire ai fianchi l'isolamento cubano, attraverso le aperture della INSULZA-OEA, della fottuta ALBA, degli appalti in latinoamerica, le missioni mediche e educazionali, della guerra mediatica e via dicendo,

Anche se la fase REVOLUCION BONITA del regime chavista e' ormai acqua passata, e la nuova fase CHAVISMO O MUERTE mostra i suoi sinistri risvolti, che includono l'iran, l'unico vero alleato che si sia guadagnato, i 18 mesi di strapoteri, l'elezione indefinita, la persecuzione a RCTV e GLOBOVISION, etc etc, il controllo di internet, del cambio del dollaro, dei passaporti, etc etc, una vera e propria cubanizzazione.

Continua senz'altro comunque il trend per cui SE CROLLA CHAVEZ CROLLA CASTRO, mentre non e' dato il contrario, essendo chavez immensamente piu' ricco (in proporzione) di Cuba.

Conclusione:
La FALSA APERTURA contribuira' forse a guadagnare qualche appoggio esterno in piu' a Cuba, ma non produrra' altro effetto se non inacidire di piu' la frattura con gli USA, cosa che va benissimo per chi vuole guadagnare tempo, e sfinisce chi spera in un cambiamento.

Come sempre, tutto e' in mano al popolo cubano, che pero' fino ad ora ha dimostrato una assoluta inadeguatezza a pensare con la propria testa e a guadagnarsi la liberta'. C'e' chi dice che non la vogliono, c'e' chi dice che non ce la fanno neanche a pensarla.

Oppure, come sosteniamo noi, si va confermando la diabolica capacita' di castro e della sua banda di gangsters di sottomettere ferreamente una intera nazione, per 50 anni. La qual cosa si presta a essere letta nella maniera diametralmente opposta: questi figli di puttana hanno davvero tenuto testa al mondo, impunemente, per 50 anni.

Shit!



CUBA, RAUL CASTRO: PRONTI A DIALOGO CON PROSSIMO PRESIDENTE USA
Il capo Stato ad interim apre 54esima giornata della rivoluzione
postato 2 ore fa da APCOM
ARTICOLI A TEMA

* cuba: raul castro invita usa al dialogo…
* cuba - castro attacca gli stati uniti:…
* cuba: usa rifiutano dialogo con l'havana
* Altri

Camaguey (Cuba), 26 lug. (Apcom) - Il presidente ad interim di Cuba Raul Castro ha affermato oggi di esser pronto a trattare con il capo di Stato americano che sarà eletto nel 2008, con l'obiettivo di normalizzare i rapporti tra l'isola caraibica e gli Stati Uniti.

Il fratello del 'lider maximo' Fidel Castro ha parlato di fronte a circa 100mila persone nella città di Camaguey, in occasione della cinquantaquattresima "giornata della rivoluzione". "La nuova amministrazione degli Stati Uniti - ha affermato il presidente ad interim, al potere dal luglio scorso - dovrà decidere se perseverare in una politica assurda, illegale e infruttuosa contro Cuba, oppure accettare il ramo d'ulivo che le abbiamo teso" lo scorso 2 dicembre.

Il riferimento è a un discorso pronunciato dallo stesso Raul all'Avana. In occasione di una parata delle forze armate, il capo di Stato aveva sottolineato "la disponibilità a risolvere per via negoziale il contenzioso tra Cuba e gli Stati Uniti".

Se le autorità americane metteranno da parte il proprio senso di onnipotenza e decideranno di discutere in modo civile - ha chiarito oggi Raul - saranno le benvenute".

La piazza centrale di Camaguey, un capoluogo provinciale a sud-est dell'Avana, oggi è colma di sostenitori del governo. All'anniversario dell'assalto rivoluzionario alla caserma Moncada non partecipa Fidel, costretto a lasciare il potere a causa di problemi di salute.

Sottoposto nell'ultimo anno a diversi interventi chirurgici per problemi intestinali, l'ottantunenne storico comandante dei 'barbudos' ha di recente pubblicato una serie di articoli e saggi. Nonostante le sue condizioni di salute sembrino migliorare, tuttavia, dallo scorso luglio non è mai apparso in pubblico. Tradizionalmente è Fidel ha pronunciare i discorsi più importanti della "giornata della rivoluzione".

In alcune interviste, suo fratello Raul è sembrato esprimere un atteggiamento di prudente apertura nei confronti dell'amministrazione statunitense. Da circa 45 anni, Washington applica nei confronti di Cuba un embargo che penalizza in modo significativo l'economia dell'isola a guida socialista.