Caro Marco,
grazie per trovare anche le energie per sostenere i nostri fratelli in cuba.
Compagni Radicali, grazie per essere sempre attenti a chi soffre pero lotta con coraggio e dignita'.
Siete gli unici.
Grazie Cappato, signora Maria Fida e gli altri che hanno dimostrato al mondo quel che pochi radicali con le palle sono capaci di fare, unici al mondo.
Marco Pannella sulla manifestazione di radicali ieri a Cuba, e su altre iniziative di politica transnazionale
19 marzo 2007
• Appunti dalla conversazione Pannella-Bordin di ieri, domenica 18 marzo, a cura di Marco Valerio Lo Prete
Cuba: Cappato, Maria Fida Moro, Mecacci, Turco e Zamparutti, “hanno manifestato per la libertà in generale e lo stato di diritto, ma anche per denunciare il comportamento un po’ razzista che abbiamo in Europa verso i problemi di sessualità e delle libertà personali a Cuba, come anche in Medio Oriente ed Africa”.
La consueta conversazione settimanale tra Marco Pannella ed il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin inizia dalla notizia, giunta nel pomeriggio, di una manifestazione tenuta da alcuni esponenti radicali nell’isola di Cuba. In particolare Marco Cappato, Maria Fida Moro, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti, dopo aver srotolato uno striscione su cui si leggeva “Libertà e nonviolenza per Cuba”, si sono uniti al corteo delle Damas de blanco. “Da quattro anni infatti – spiega Pannella - da quando cioè sono stati arrestati 75 intellettuali e democratici colpevoli solo di aver fatto critiche, ufficiali o meno, al governo, le loro mogli e figlie ogni 18 marzo fanno una manifestazione, si recano alla chiesa di Santa Rita e da lì iniziano un corteo vestito di bianco”. “Di questo poco si è parlato, flebile è stato l’eco negli anni scorsi. Sessantacinque dei settantacinque arrestati restano in carcere e tra loro vi sono alcuni membri del Partito Radicale”. L’iniziativa radicale aveva l’obiettivo di richiamare l’attenzione internazionale sulla “libertà in generale e lo stato di diritto”, ma anche su alcuni obiettivi più specifici come “la denuncia del comportamento un po’ razzista che abbiamo in Europa verso i problemi anche di sessualità e libertà personali”. “Non ci si muove – denuncia il leader radicale - contro le repressioni degli omosessuali a Cuba ed anche in Medio Oriente ed Africa”.
“E’ un po’ lo stesso meccanismo della PAC europea, che grazie al massacro economico del Sud mediterraneo, dell’Africa e del Medio Oriente, ha consentito un benessere relativo agli Europei”. Il direttore di Radio Radicale fa notare come in effetti il paradosso di una certa disattenzione verso le sorti degli omosessuali in altri paesi vivesse pure a Piazza Farnese, in occasione della manifestazione per le unioni civili. “Alcuni ragazzi, sicurissimamente in buon fede, con le magliette del “Che”. Lo stesso Che Guevara – spiega il direttore di Radio Radicale - che, dopo la presa del potere, ebbe come compito, dal quale non si ritrasse, anche quello di presidiare alla fucilazione di alcuni omosessuali”. “Molto interessante analizzare l’iniziativa, perché mentre sto parlando la polizia ha verificato, certo – continua Pannella - ma non ha dato assolutamente fastidio ai nostri compagni”. “Penso che se domani i nostri compagni rientreranno, potremo dare atto di questo comportamento del governo cubano. Naturalmente questo diventa un motivo in più per esigere che se consentono manifestazioni come la nostra, credo che continuare ad incarcerare per reati d’opinione dei cittadini cubani, questo deve essere ancora più conosciuto e discusso. Può darsi che anche lì si affermi un sospetto di tolleranza”. Naturalmente, “è certo che se vi fossero stati incidenti tra la polizia e noi, non sarebbe stato molto intelligente per il regime, vista pure la presenza di molti giornalisti internazionali”.