Leader Farc: Pagavamo Correa, Colombia consegna video all'Osa
Bogotà, 20 lug (Velino/Velino Latam) - La Colombia ha consegnato all’Organizzazione degli Stati americani una copia del video in cui uno dei massimi dirigenti delle Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) denunciava un finanziamento della guerriglia nelle elezioni del presidente ecuadoriano Rafael Correa. Il video, che Bogotà intende trasmettere all’Osa perché “agisca nei margini di sua competenza”, ha scatenato nel fine settimana una nuova aspra polemica tra i due paesi andini le cui relazioni diplomatiche si interruppero più di un anno fa. Nelle immagini Jorge Briceño, il capo delle Farc meglio conosciuto come “Mono Jojoy”, dice che l’organizzazione criminale ha contribuito alla elezione del presidente ecuadoriano Rafael Correa e intrattenuto nei mesi successivi conversazioni con il governo di Quito. Il capo della guerriglia, in un discorso celebrato nella selva, parla dei successi ottenuti dalle forze armate colombiane, capaci di svelare importanti segreti. Tra i quali, “gli aiuti in dollari alla campagna di Correa e successive conversazioni con i suoi emissari”. Conversazioni che hanno portato anche a stringere alcuni “accordi, in base a documenti di cui siamo in possesso” in grado di compromettere i legami coi nostri amici. Il presunto collegamento tra il governo Correa, uno dei leader “bolivariani” dell’America Latina, e le Farc era stato oggetto di vivaci botta e risposta tra i due paesi sin da quando, il 1 marzo del 2008, l’esercito colombiano sferrava - senza previa autorizzazione di Quito - un attacco ad accampamenti della guerriglia sul territorio ecuadoriano. Ma il video diffuso oggi ha un impatto ben superiore alle voci sin qui circolate.
Bogotà aveva già parlato di questo legame rivelando i contenuti dei computer ritrovati nelle mani dei guerriglieri uccisi nell’operazione aerea. Documenti, protestavano le autorità ecuadoriane, passati però per troppe mani perché se ne potesse garantire l’autenticità. Le parole del “Mono Jojoy” spingono la procura generale colombiana a dire che Correa è ora nel mirino “degli organismi e dei tribunali internazionali di giustizia”. Nelle settimane scorse, erano state le autorità giudiziarie ecuadoriane a chiedere un intervento dei tribunali internazionali nei confronti dell’ex ministro della Difesa colombiano, Juan Manuel Santos, assegnandogli la responsabilità dell’azione militare che dava origine a un brusco raffreddamento delle relazioni bilaterali. Privi da oltre un anno dei rispettivi ambasciatori, Colombia ed Ecuador continuano a confrontarsi con durezza soprattutto sui temi strategico-militari. L’ultima delle spine tra i due paesi andini è il trasferimento delle attività logistico-militari statunitensi dalla base ecuadoriana di Manta - che dopo dieci anni “sfratta” l’esercito a stelle e strisce – a cinque basi colombiane. Bogotà concederà agli States un supporto logistico per la lotta al narcotraffico e alla criminalità organizzata, ma Quito – accompagnata in questo da Bolivia e Venezuela – continua a non vedere di buon occhio una presenza delle forze armate di Washington nella regione.